| Caro Chris, vorrei sapere cosa fai in questo momento. In questi anni tante volte me lo sono chiesto e quando proprio non ne ho potuto più, ti ho scritto e tu sempre rispondevi. La prima cosa che chiedevi, sempre, era “con chi stai?”, volevi sapere se ero libera o impegnata e subito mi mettevi al corrente della tua situazione. Ma due come noi, liberi, non lo sono quasi mai. E allo stesso tempo lo siamo sempre. Per due come noi, è impossibile incontrarsi “single”. Dobbiamo accettarci per come siamo.
Prima di separarci, quando facevamo ipotesi sul nostro possibile futuro, io mi immaginavo di incontrarci in giro per l’Europa, ogni tanto, e così rivivere la magia che ci è piombata addosso all’improvviso quel settembre, quella magia che non è mai svanita del tutto e ci ha trasformati entrambi. Tu invece immaginavi di ritrovarci dopo cinque anni, io magari con due bimbi, liberi da ogni altro impegno, liberi di iniziare una relazione vera. Tutte bugie, tutti sogni, tutta immaginazione che usavamo per cercare di darci la speranza e non nominare nemmeno l’ipotesi che forse non ci saremmo rivisti più.
Abbiamo comunicato senza bisogno di parole, tu ti meravigliavi di come stare con me ti faceva vedere tutto più chiaro, ti faceva “muovere”, ti spingeva all’azione, qualunque fosse stata. Abbiamo comunicato aldilà delle nostre lingue, usando parole sconosciute, eppure ci comprendevamo benissimo. Ho visto l’amore nei tuoi occhi, il desiderio, la felicità, la responsabilità, la solitudine, la forza, l’allegria, l’ironia, ho visto e sentito tutto quello che credevo fosse solo in me. Ed era anche dentro di te. Non ero sola. Non eri solo. Ci siamo trovati per un breve istante, noi che sembriamo sempre così all’altezza della situazione, così padroni di noi stessi e così disinvolti e divertiti. Così indipendenti e sicuri. Così “ricercati” quel settembre.
Ci siamo divertiti, sì, noi che a tutto pensavamo tranne a divertirci in quel settembre. E invece è capitato così, tutto all’improvviso, siamo scivolati in un sogno incredibile per entrambi. Ci siamo sedotti, abbiamo vissuto, imparato l’uno dall’altra, ci siamo trasformati e siamo cresciuti, ci siamo lasciati e detti grazie per esserci incontrati, per esserci dati la forza di cambiare qualcosa nella nostra vita.
Io l’ho intuito prima, quello che stava succedendo, e la mia speranza era più pragmatica. Tu sembravi più romantico o forse più realista. Tu volevi o tutto o niente, io, cinque anni fa, non ragionavo così. Tu mi hai cambiata Chris, ora voglio anch’io tutto o niente. Ogni volta che abbiamo provato a scriverci, ogni volta che abbiamo provato a incanalare quelle emozioni chiamandole amicizia, perché l’amore ci sembrava senza speranza per noi. Ma non è possibile, io te l’ho scritto chiaramente credo. Tu me l’hai fatto capire, ogni volta che la conversazione si riaccendeva e tornavamo a parlare di amore…ma noi di questo non possiamo parlare, perché ci fa male, perché poi vorremmo farlo e non parlarne. Ma siamo così lontani. E parlare del resto, non ha importanza. Lo sappiamo come stiamo, sappiamo entrambi che le cose vanno bene per due come noi.
All’inizio non capivo, perché tu con me scrivevi d’amore e niente altro. Tu volevi parlare d’amore, ma non potevi. Non potevi con me. E io non potevo con te. Avrei potuto rivederti dopo la nostra separazione, sarebbe stato così facile, tornare da te, con una scusa, ma invece sono stata lontana apposta. Ho avuto paura di rivederti, perché se l’avessi fatto, sarei stata perduta. Ho avuto paura. Mi sono nascosta dietro le responsabilità che tu avevi e che io condividevo. Condividevo la tua scelta, anche se questo significava una rinuncia. Ho rinunciato anch’io, per darti forza, per tua figlia. Ma avevo anche tanta paura. Se fossi tornata da te subito, io non avrei più potuto lasciarti. Dovevo starti lontana, non vederti, tu dovevi non sentirmi, dimenticarci. Credevo che dopo tanti anni avrebbe funzionato. E invece guarda qui che casino.
Sono passati cinque anni, io ho davvero due bambini e tu chissà dove sei. Chissà con chi sei. L’inverno scorso, quando ti ho scritto, mi hai subito risposto e come al solito, la tua prima curiosità era per con chi stavo io. Io stavo incinta! Tu invece libero. Per qualche giorno probabilmente, conoscendoti. Ti sei preoccupato di farmi sapere che ti conosci meglio ora, mi hai detto di come ti sei scoperto, di chi hai capito di essere. Io lo sapevo già, ti ho conosciuto un settembre di qualche anno fa. Non chiedermi come posso conoscerti così, nemmeno io l’ho mai capito. Noi ci comprendevamo.
Ho pensato tutto di te. Tu che per primo mi cerchi, dopo che ci siamo separati e poi però interrompi. Tu che rispondi alle mie mail e tutto sembra come prima e poi sei sempre tu che interrompi, appena sai con chi sto io. Tu che a un certo punto sparisci, la tua mail è chiusa e non so più come rintracciarti. Poi ricompari all’improvviso, mi cerchi tu, quando io credo di averti dimenticato, quando credo che tu sia un bastardo senza cuore e invece tu mi chiedi ancora con chi sto. E io sono incinta, la prima figlia. La bastarda sono io allora. Ti ho giudicato menefreghista, ma poi mi dicevo, perché allora mi risponde, quelle rare volte che gli scrivo? Se non mi pensassi più, tu nemmeno risponderesti. Invece lo fai sempre, per poi sparire di nuovo quando scopri che non puoi parlar d’amore con me. Forse sei tu quello che non riesce ad essere amico. Forse io riuscirei meglio di te, sarei più forte. O invece no, forse il più forte sei tu, che riesci a smettere questa droga che ci lega entrambi e in cui ogni tanto ricadiamo. Mi sono detta che a me piacerebbe continuare a scriverci più spesso, ma non è così, perché, mi costa ammetterlo, ma hai ragione tu: scriverci fa male. Noi vorremmo rivederci, ma non a queste condizioni.
Non ci vedremo più, vero? Non faccio niente perché questo avvenga, non ho fatto niente allora, per senso di responsabilità e paura, non faccio niente ora. Forse ho anche paura di rovinare tutto. Rovinare il ricordo. Così è stato magnifico, doloroso, perché interrotto sul più bello, ma rimane lì sospeso e non muore mai, non sbiadisce, non scolora, rimane eterno e forte. Un amico mi ha detto: “se è vero amore, durerà”. Cosa devo pensare dunque? Che sia vero amore? Io che mi sforzo di non credere a questo tipo di amore. Io che non credo ai colpi di fulmine, all’amore che dura per sempre, cosa posso fare adesso? Adesso che mi è capitato e mi sta capitando tutto quello in cui non credevo. Però mi stupisce ancora il tuo intuito, quando mi hai detto “Forse tra cinque anni, e tu magari avrai due bambini”. Tu ti sei stupito tanto di me. Sapessi quanto mi sono meravigliata io. Era una continua serrata scoperta del mondo per entrambi. Noi che di mondo, credevamo di averne visto abbastanza.
Così, un giorno forse ti cercherò ancora e ti dirò io questa volta, vieni qui da me. Tu già me l’hai detto una volta, e io ti ho detto no. Però cazzo, ero incinta…anche tu che tempismo!!! Se fossi sana di mente ammetterei che questo nostro è un amore sfigato, i tempi non ci coincidono mai. Per come vanno le cose pare proprio un grande amore romantico e sfigatissimo. Non è da noi, Chris. Noi siamo romantici sì, ma anche ironici. E poi, ti ricordo che per due come noi, è impossibile trovarci single, i tempi non li azzeccheremo mai. Facciamo una cosa, bello, stiamo ognuno a casa propria e chi s’è visto s’è visto. Ogni tanto ti riguardo in foto, tu farai lo stesso, ricorderemo i bei tempi che furono e brinderemo con un altro uomo (tu donna spero), un po’ più vicino.
Questi sono i miei principi: se non vi piacciono, ne ho degli altri. Ricordatela sempre, la nostra frase preferita.
Buona fortuna. Amorazzo da strapazzo e scusa se ti ho strapazzato un po’, tu hai fatto lo stesso. Per questo mi piaci e non ti dimentico. Non so perché, ma in qualche modo riesci a non deludermi. E quando mi stufo, ti manderò una mail, tanto so cosa succede dopo…lasciamelo dire, ti amo ancora e mi piace così.
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